giovedì 20 ottobre 2011

Windows XP bersaglio preferito dai rootkit.










Il vecchio Windows XP (ormai superato da Windows7 che è diventato da poco il S.O. più utilizzato al mondo) ha anche conseguenze negative sulla sicurezza. Questo il risultato di una indagine condotta da Avast. Windows XP è il bersaglio preferito dai rootkit con una percentuale pari al 74% delle infezioni.

Il sistema operativo andrà definitivamente in pensione l’8 aprile 2014, quando Microsoft sospenderà il supporto esteso, ma prima di questa scadenza gli utenti farebbero bene a scegliere il più moderno Windows 7. Su un campione di oltre 600.000 PC, il 49% usa ancora Windows XP, mentre la percentuale di Windows 7 è del 51%. Le infezioni da rootkit per Windows 7 sono state individuate solo sul 26% dei PC mettendo XP al centro dei rischi di infezione.
I rootkit sono malware molto sofisticati in quanto nascondono la loro presenza agli utenti, al sistema operativo e ai software antivirus. Un hacker può quindi mantenere il controllo del PC per molto tempo e utilizzarlo all’interno di una botnet per inviare spam ad altri computer. La rimozione di un rootkit è abbastanza complicata perché richiede una scansione all’avvio o un disco di ripristino.
Secondo Avast, la percentuale di infezioni così elevata in Windows XP è dovuta a due motivi principali: la diffusione di copie pirata e la migliore sicurezza di Windows 7. Ondrej Vlcek, CTO di Avast, precisa che molti utenti non hanno ancora installato il Service Pack 3 perché temono di essere scoperti da Microsoft.
Attualmente il sistema operativo più sicuro è la versione a 64 bit di Windows 7. I rootkit a 64 bit sono molto rari, ma in futuro il loro numero potrebbe aumentare, per cui gli utenti devono continuare ad utilizzare un antivirus aggiornato.

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